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DOMENICA 13 NOVEMBRE 2022
ORE 17,00
AMOR DI OPERETTA
LA VEDOVA ALLEGRA
di Franz Lehar
La Vedova Allegra immagine“La Vedova Allegra” gode di ininterrotta fortuna da oltre un secolo, da quando andò in scena per la prima volta al Theater an der Wien il 30 dicembre 1905. Una fortuna dovuta ad una miscela davvero equilibrata di temi classici della commedia (denaro, amore e gelosia), di un fascinoso colore musicale e di celebri danze. Operetta delle operette, il capolavoro dell’ungherese Lehár viene presentato con una messa in scena nuova edizione. Un’edizione sfavillante che ne rinnova il fascino e la magia con il ritmo incalzante del racconto, le feste travolgenti, l’elegante divertimento.
Poco più di cento anni fa, quando il compositore ungherese Franz Lehár (1870-1948) presentò a Vienna “Die lustige Witwe” (La vedova allegra), non immaginava certo che il suo nome sarebbe stato per sempre associato all’operetta. Questo genere teatrale e musicale nato nella seconda metà dell’800 in Francia e in Austria in parte è assimilabile all’opera lirica ma differisce da questa per l’alternanza sistematica di brani musicali e parti dialogate. Dopo aver dominato trionfalmente le scene di tutto il mondo fino alla metà del ‘900, l’operetta era stata posta in secondo piano dalle
nuove forme di intrattenimento popolare, come il music hall e il cinema, entrando nel repertorio di compagnie meno attente alla resa musicale. La rivalutazione di questo genere come produzione d’arte, in atto da alcuni anni, ha finalmente restituito anche “La vedova allegra” al grande patrimonio del teatro musicale europeo. Si tratta infatti di un capolavoro assoluto, sia dal punto di vista drammaturgico che musicale. Il carattere apertamente sensuale ed erotico della trama, riportano al clima disinibito della Vienna di Freud e Schnitzler. A Parigi vive Hanna Glawari, appena diventata vedova ed ereditiera di un barone milionario, e su di lei spera l’ambasciatore pontevedrino per salvare con l’eredità il suo paese dalla bancarotta, se riuscirà ad indurla a sposare un connazionale, il fascinoso conte Danilo Danilowitsch, attaché dell’ambasciata. Ma il fatto che i due fossero già stati innamorati in passato complica le cose, con dispetti e incomprensioni, fino alla felice soluzione che conclude la vicenda con l’immancabile matrimonio. Oltre ad essere probabilmente la più celebre di tutte le operette, “La vedova allegra” può essere considerata un’importante chiave di lettura del genere nel suo complesso, un concentrato di quel senso di “apocalissi leggera” che attraversa la cultura della belle époque finis Austriae. Gli alti funzionari e l’alta società dell’ambasciata pontevedrina a Parigi passano da una festa all’altra, ma l’improbabile Stato del Pontevedro è sull’orlo della bancarotta. Ora, benché il Pontevedro sia uno Stato fittizio, tutti sanno che esso non è affatto immaginario e che confina di sicuro con l’Impero asburgico. Ci troviamo insomma nel bel mezzo della décadence viennese nell’Austria di inizio Novecento, in cui la gaudente classe dominante sentiva la bancarotta inevitabile, e
accusava il secolo in cui era costretta a vivere, benché ci vivesse volentieri.
Compagnia ‘900 di Reggio Emilia
Orchestra dell’Accademia di Canto Lirico
Direttore Daniele Anselmi

Trama

L'operetta, ambientata a Parigi, parla del tentativo dell'ambasciata Pontevedrina di far sposare la ricca vedova Hanna Glavari con il conte Danilo, sua antica fiamma. Nel frattempo si sviluppa il triangolo amoroso tra il Barone Mirko Zeta, sua moglie Valencienne e Camille de Rossillon.

Hanna Glavari è rimasta presto vedova del ricchissimo banchiere di corte del piccolo stato di Pontevedro; un suo matrimonio con uno straniero provocherebbe la fuoriuscita dei milioni di dote della signora e il collasso delle casse statali. La vedova è ora a Parigi e il sovrano di Pontevedro, preoccupatissimo, incarica il proprio ambasciatore a Parigi, barone Zeta, di trovarle un marito pontevedrino.

L'ambasciatore Zeta e il suo cancelliere Niegus, cercano un candidato e lo individuano nel conte Danilo Danilovich che in passato ha interrotto una storia d'amore con Hanna su pressione della famiglia, a causa delle umili origini di lei. Cogliendo l'occasione del compleanno del sovrano, il barone Zeta organizza una festa all'ambasciata, durante la quale, con Niegus, cerca di convincere Danilo a sposare la vedova. Hanna ama ancora Danilo, tuttavia non lo vuole dimostrare e anzi cerca di ingelosirlo.

Frattanto si intreccia la storia d'amore della moglie del barone Zeta, Valencienne, con il diplomatico francese Camille de Rossillon; durante un ballo in casa Glavari, i due si appartano nel padiglione; stanno quasi per essere scoperti dal barone Zeta, quando Niegus, meno sbadato di quel che sembra, riesce a far uscire per tempo Valencienne e a sostituirla con Hanna.

Quando Hanna esce dal padiglione con Rossillon, sembra chiara la scelta del futuro marito: un parigino... Tutto sembra compromesso; Danilo è furioso e lascia la festa; Zeta non capisce se la moglie lo ha tradito o no.

Ha luogo una nuova festa in casa Glavari con tema le atmosfere e i balli di Chez Maxim's; Danilo si consola bevendo champagne e con le famose ballerine grisettes; Hanna gli spiega però che è stato Niegus a effettuare lo scambio di persona nel padiglione per salvare Valencienne.

Dopo tante schermaglie e sofferenze, Danilo dichiara il proprio amore a Hanna, che annuncia il suo matrimonio con Danilo.

In quanto a Zeta è stato ritrovato il ventaglio della moglie nel padiglione. Rimprovera quindi Valencienne, ma questa gli dice di aprire il ventaglio, dove lei ha scritto "io sono una donna onesta". Felicità del barone e quindi giubilo generale.

Brani celebri

  • Vo' da Maxim allor, entrata di Danilo, atto I;
  • Romanza della Vilja (Hanna), atto II;
  • Valzer, atto III;
  • Tace il labbro, duetto tra Hanna e Danilo, atto III.

 


Evento a cura dell’Accademia Internazionale di Canto Lirico Città di Curtatone
Prenotazione presso segreteria del teatro.